#12 Signora i limoni. (Re)thinking Detox
Chi lo ama giura di non poterne fare a meno. I detrattori sostengono che sia solo marketing, perché il nostro corpo è in grado di mantenersi in salute. Chi ha ragione? Entrambi. Vediamo perché
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Essere un fiore è responsabilità abissale.
Emily Dickinson
Venerdì scorso, infilata una “pastiera ribelle” nel forno (leggi: fuori tempo massimo, ovvero dopo Pasqua), mi sono accasciata su una sedia della cucina. Non era ancora buio, le montagne fuori dalle finestre cominciavano a diventare azzurre (l’ora azzurra, credo lo dicesse Pavese), non avevo voglia di mettermi a disfare le valigie di rientro dalla Puglia e così sono rimasta lì, alla luce del forno accesso, a scrollare pigramente su Instagram. Mentre l’aria intorno a me si riempiva dell’aroma dolce dei canditi mischiati al caldo, alla ricotta e allo zucchero, sotto i miei occhi sfilavano imperterriti insalate, l’acqua con immancabile limone, succhi verdi, smoothie. Un esercito di reel e stories sfilavano su una sola passerella, uniti in un solo grida: #detox. Disfarsi prima possibile di quei due, tre giorni di pastiere e uova e colombe e pranzi e cene.
Un imperativo che non è che venga fuori solo dopo Pasqua. Prova a cercare #detox su Instagram: vedrai quasi 30 milioni di post. Chi lo ama giura di non poterne fare periodicamente a meno. I detrattori sostengono invece che sia solo un'invenzione del marketing e della diet culture in cui siamo immerse, perché il nostro corpo è perfettamente in grado di mantenersi efficiente da solo. Chi ha ragione? Entrambi.
Proviamo allora a riavvolgere il nastro e capire - una volta per tutte - perché. Buona lettura!
1. Il detox, dicono i detrattori, è un’invenzione del marketing.
Perché il nostro organismo è una macchina perfetta e che gli organi deputati alla depurazione - sistema linfatico, reni, pelle, intestino, polmoni e soprattutto fegato, il direttore d'orchestra - sono efficienti e infaticabili. E non hanno certo bisogno di succhi verdi, acqua e limone o detox week per funzionare. Per capirci: proprio adesso, mentre leggi questa newsletter, i tuoi reni, il tuo fegato, la tua pelle e persino i tuoi polmoni stanno “disintossicando” il tuo corpo dalle cosiddette “tossine”. (Spiegone breve, chiamiamolo quick spieghino: esistono due tipi di tossine. Quelle endogene, cioè le sostanze di scarto prodotte dal nostro stesso organismo durante i processi metabolici (respirazione, digestione, ecc.); e quelle esogene, cioè presenti nell’ambiente, nell’aria, nel terreno, negli alimenti, nell’acqua, che entrano nell’organismo attraverso l’apparato digerente, quello respiratorio, la pelle. FINE DELLO SPIEGHINO). Se queste benedette tossine si accumulassero nel tuo corpo senza che tu le potessi espellere naturalmente, a quest’ora… saresti morta. In altre parole, dicono coloro che denunciano il detox come uno scam, una truffa (fece scalpore questo articolo del Guardian di una decina di anni fa), è tutta fuffa: non esiste un modo per far funzionare meglio qualcosa che funziona perfettamente.
2. Il Detox? Necessario in primavera secondo altri
Tutto giusto. Ma è anche vero che per fattori diversi:
l'alimentazione contemporanea e iperprocessata,
l’inquinamento delle città,
lo scollamento dai ritmi naturali (circadiani),
l’inquinamento dentro casa che è persino più dannoso di quello fuori casa: i composti volatili, i cosiddetti VOC o COV, presenti nei più comuni detergenti, cosmetici, deodoranti, insetticidi, colle, vernici ecc.,
i livelli di stress a cui siamo sottoposti e le situazioni emotive difficili che affrontiamo: esistono anche le tossine emozionali, come dice la dottoressa Alessandra Cremonini nel suo corso sul Detox Olistico su Cosmo,
l'abuso di medicine, spesso, per spegnere il sintomo sul nascere e tornare a essere produttive prima possibile
è innegabile che sottoponiamo questa macchina meravigliosa a una mole eccessiva di lavoro. Per questo può essere di tanto in tanto necessario un aiuto per questi organi-filtro, che, proprio come farebbe un meccanico con una Ferrari adoperata per anni senza manutenzione, aiuti il corpo a ritrovare più in fretta il proprio funzionamento ottimale.Come un lavandino intasato si riempie di acqua maleodorante e stagnante, un corpo carico di tossine - esogene, endogene, emozionale - non solo non assimila a dovere, ma è terreno fertile per l’infiammazione e per l’insorgere dei più vari disturbi, da ristagni e accumuli (chili, cellulite ecc.) a patologie ben più serie.
È con questo intento che, in tutte le Medicine Orientali - ma, se ci pensi bene, anche nelle culture popolari a noi più vicine: pensa alla Quaresima - si sostiene la necessità di introdurre pratiche di disintossicazione e “manutenzione” periodiche. Da effettuarsi con regolarità. Soprattutto nei momenti di transizione: nel passaggio da una stagione alla successiva e, soprattutto, adesso, in primavera. E non certo per la “prova costume”.
4. Altro che fiorisci! Il “mal di primavera”
Checché ne dicano i post “fiorisci!1!!1” con sottofondo di musichine romantiche e colori pastello su Instagram, la primavera non è una stagione semplice energeticamente. Chiedilo a quel bocciolo che fatica ha fatto per diventare fiore. Chiedilo a quel germoglio quanto impegno chi ha messo per spingersi verso l’alto, attraverso la terra, e spostarla per raggiungere la luce del sole.
La primavera, per lui come per noi, è una stagione di passaggio molto intensa: secondo la Medicina Cinese, si passa infatti dallo yin estremo dell’inverno allo yang estremo dell’estate e, secondo l’Ayurveda, entriamo in Vasanta (dalla radice sanscrita vas- che indica il “brillare”, “far brillare” o “spazzare via”), la stagione che “brilla” facendo pulizia e “spazzando via” (vata) tutta la stasi di nuvole (kapha) della fine dell’inverno e dell’inizio della primavera stessa.
Il corpo qui ha, quindi, il suo bel da fare. Soprattutto se, a questo passaggio, non è arrivato preparato. La pianta ha fatto la pianta tutto l’inverno: si è preparata al risveglio primaverile. Ma noi? Abbiamo assecondato il riposo, il nutrimento e la stasi necessaria a preparare e radicare, adesso, tutta questa esplosione di energia? Mhhh, non credo proprio. Non è un caso, infatti, che in questa stagione “fiorisca” (lui sì) il cosiddetto "mal di primavera”: insonnia, stanchezza, disturbi gastrointestinali (soprattutto gonfiore), fatica a concentrarsi spesso ci attanagliano, in questa stagione, più che in altre. Lo riconosce persino la medicina occidentale, che legge in questi disturbi i sintomi del cosiddetto SAD (disturbo affettivo stagionale) o, appunto, “mal di primavera”. Per la medicina occidentale, la causa è nell’aumento della produzione di cortisolo (ormone dello stress) dovuto all’incremento delle ore di luce. Per le medicine orientali, nello squilibrio energetico della transizione e nella fatica che il nostro corpomente fa per adattarsi alla nuova stagione. Due alfabeti diversi, ma che, come vedi, dicono la stessa cosa.
5. Diet culture, ancora tu
Dunque, l’inghippo sta, secondo me, non nel tanto nel detox in sé, ma nel solito meccanismo perverso per cui ci appropriamo di un concetto (appropriazione culturale), lo decontestualizziamo, lo strizziamo grossolanamente per adattarlo al nostro stile di vita “da fast food”, innamorato delle soluzioni facili e immediate e poi, guardando il dito e non la luna, diciamo che no, il detox non funziona. Dovremmo invece dire che questo detox non funziona. L’idea, infatti, che con un po’ di cibo “pulito” (di nuovo, virgolette d’obbligo per il concetto giudicante e pericolosissimo dietro il cosiddetto “clean eating”: perché il salmone sarebbe “pulito” e delle patate fritte dovrebbero essere “sporche”? Chi l’ha deciso? E, soprattutto, sporche di che?) o che basti questa benedetta acqua calda e limone al mattino per “lavare via tutti i peccati” cela, in realtà, la volontà di raggiungere un risultato preciso (tra poco vediamo quale) senza sacrifici e più velocemente possibile, senza però cambiare nulla della propria alimentazione o delle abitudini quotidiane. Ridotto a questo, hanno ragione i detrattori, “i rimedi detox non sono che un modo per spillarti soldi, per venderti cose”: maschere detox, integratori detox, piani dietetici (spesso da fame), bibitoni, prodotti senza (senza glutine, latte, zuccheri ecc), barrette sostitutive del pasto. Tutte cose dietro cui la cultura grassofobica e il capitalismo si sfregano le mani ed, ehy! si danno il cinque.
Ridotto a questo, lo scopo del detox non è certo recuperare salute, longevità e vivere armonizzando l’energia interiore con quella esteriore, in altre parole stare meglio, ma il modo più celere per “eliminare la cellulite, i brufoli, i chili di troppo” (cito testualmente da un’adv che ho sotto gli occhi). Un altro modo per dirci che baby, non vai bene così come sei, compra questo xyz e vedrai come sarai più magra, più tonica, più *** (aggiungi desiderio grassofobico a caso) e, quindi, più felice.
Nelle tradizioni orientali e nella cura olistica, invece, il detox non è una pratica a cui ricorrere per tamponare eccessi e "sgarri" (oggi, Terracielo è piena di virgolette: cerco di confinare lì dentro tutte le parole che detesto, quando sono costretta a usarle) o infilarsi dentro un paio di jeans troppo piccoli, ma una manutenzione periodica da fare al nostro organismo. Non qualcosa da fare per assomigliare a qualcun’altra (più magra, più tonica, più *** e, quindi, più felice), ma un insieme di pratiche per tornare a stare meglio dentro il mio corpomente. Una coccola, un gesto d’amore. Non una punizione o una privazione, ma, al contrario, un nutrimento. Che, tra l’altro, non riguarda solo il cibo.
Per non far diventare una punizione nemmeno questa newsletter, per oggi mi fermo qui. Terracielo torna la prossima settimana con la seconda parte:
vi aspettano i consigli pratici di alimentazione funzionale e pratiche radicate nella saggezza orientale per vivere al meglio questi vostri giorni-germoglio.
Alla prossima settimana!
Sui problemi del pensare al "corpo macchina perfetta" consiglio di leggere Doppelganger, di Naomi Klein, soprattutto i capitoli in cui approfondisce i legami tra estrema destra e culto del corpo sano. Il corpo è una macchina perfetta finché non lo è più, anche solo perché invecchia. Forse se lo chiamassimo "mangiare sano" toglieremmo benzina a entrambe le posizioni.
Da insegnante di yoga proprio l'altro giorno ho spiegato alle mie allieve che avremmo fatto una lezione sulle torsioni che viene sempre definita come lezione "detox". E ho spiegato che è una definizione assurda per vendere lezioni extra in primavera! Muovere il corpo mantenendo determinate asana aiuta meglio digestione e transito intestinale, ma il detox per piacere lasciamolo da parte!