#21 L'estate sta finendo
Dall'antropologia alle medicine orientali: il solstizio, la forza del pensiero simbolico, il potere dei rituali per il benessere collettivo. L’estate è giunta mentre dormivamo. E no, non inizia oggi.
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Nessuno di noi è preparato. Né lo saremo mai. Ma questo è ugualmente il nostro destino: cambiare. Si cambia con lentezza […]. Non ci si accorge mai in quale momento la primavera diventa estate: una mattina ci alziamo e fa caldo; l’estate è giunta mentre dormivamo.
Oriana Fallaci, Se il sole muore, 1981
Oggi è 20 giugno, solstizio d’estate. Prima di continuare ti tranquillizzo: non è l’ennesimo contenuto in trend topic in cui ti spiego come fare l’Acqua di San Giovanni (se vuoi, in realtà, uno spieghino veloce lo trovi su Donna Moderna di questa settimana, ma solo perché non ne posso più di vedere gente su Instagram che si lava la faccia con le bouganville la mattina del 24 giugno. Chiusa parentesi, fine polemichina). I rituali, quando finiscono nei trend, vengono strizzati, stritolati, perché resi molecolari, solitari, individualistici. E invece riti, rituali e cerimonie sono potentissimi gesti di cura collettiva.
Sia che tu senta l’energia del solstizio e lo festeggi, sia che tu non lo faccia pensando che sia una cosa da streghe frikkettone, ti invito a leggere oltre. In questa puntata di Terracielo useremo il solstizio come lente per esplorare il potere dei rituali: perché ci fanno stare bene e perché ci costituiscono come comunità. Cominciamo.
Il Solstizio, a Ovest
Il solstizio d’estate (dal latino solstitium: sol, sole e sistere, fermarsi) è il giorno più lungo e luminoso dell’anno: quello, appunto, in cui sembra che il sole si fermi, nel suo moto apparente lungo l’eclittica, facendo durare le ore di luce all’infinito. Ovviamente, il sole non si ferma davvero: è un’illusione ottica data dalla forma dell’orbita e dalla vicinanza (altezza) sull’equatore, ma doveva proprio apparire che si fermasse se guardato con gli occhi colmi di immaginazione bambina dei nostri antenati.
Quelli per cui la natura aveva in sé la forza (non sempre bonaria, ma sempre dirompente) di tutti i miracoli, quelli per cui, come diceva Calvino nelle Lezioni Americane giocando con un verso dantesco, la fantasia era un posto in cui ci piove(va) dentro. Quelli che, date caverne di roccia in cui abitare, al termine di estenuanti giornate passate tra battute di caccia e raccolta di bacche, si ritrovavano poi attorno a un fuoco per permettere alla fantasia di “piovere dentro”, consentendo al cielo, alle stelle e alla luna e al sole di entrare dentro quelle pareti di roccia, dentro quella terra così faticosa da addomesticare, dando voce e corpo a narrazioni immaginifiche su quanto accadeva oltre il mondo durissimo che abitavano. Prima ancora di imparare a coltivare, gli uomini si riunivano già in giganteschi templi di pietra per eseguire rituali e cerimonie. È così che sono nati i miti. È così che sono nati i riti.
Quindi, non è importante che queste storie fossero o non fossero vere: quello che conta è che tra le loro pieghe e dentro l’istinto di narrarle (e narrare), come dice uno dei miei libri preferiti ( grazie Mafe per avermelo consigliato molti anni fa) si cela ciò che ci rende umani. E la psicologia cognitiva, l’antropologia evolutiva e le neuroscienze sono sempre più concordi nell’affermare che
«il rito, combinando pensiero simbolico e memoria, abbia svolto un ruolo cruciale nella nostra evoluzione e che sia parte integrante di ciò che siamo come specie»
Dimitri Xygalatas, Ritual. Storia dell’umanità tra natura e magia, Feltrinelli 2023.
Il solstizio, appena un po’ a Est
Lo so, ho fatto un giro lunghissimo per portarti qui: nell’emisfero occidentale, oggi, solstizio, comincia l’estate. Invece, nel mondo orientale che studio da anni e con cui mi piace contaminare la nostra prospettiva occidentalocentrica al benessere (so che suona strano, ma giuro che questa parola esiste), da oggi l’estate sta finendo.
In Medicina Tradizionale Cinese e nella filosofia taoista che ne è culla ed espressione, il solstizio non è l’inizio, ma il culmine dell’estate (di qui il titolo di Terracielo di oggi: ok, ho forzato un po’ la mano, sono pur sempre nata negli Anni 80).
Nel calendario lunisolare cinese, infatti, ogni stagione ha sei fasi lunari, lunghe 15 giorni, e quella che inizia oggi è la quarta fase dell’estate: il suo picco, appunto.
Lo Yang, si dice, raggiunge il suo culmine, mentre lo Yin inizia, lentamente, la sua ascesa fino a raggiungere il suo picco tra 6 mesi, nel solstizio di inverno.
So che stai pensando adesso: ma allora agosto, l’afa, le zanzare, il cocomero? Se questo è il culmine, quello cos’è? Ti invito quindi a fare un passo indietro e fermarti a pensare usando un alfabeto diverso: non quello del tuo sudore (e del picco di calore), ma quello dell’ordine naturale, delle stelle, del sole e della luna, e dello sguardo poetico degli uomini che li osservavano, millenni fa, per conoscere meglio il mondo che abitavano e se stessi.
In realtà, se proprio dobbiamo dirla tutta, persino dal punto di vista astronomico la visione cinese ha molto più senso che non quella occidentale: oggi è davvero il culmine, il giorno più lungo dell’anno, l’apice della potenza della luce solare. Ogni cosa sarà illuminata per quasi 15 ore (!) su 24. A partire da domani - e se sei #teamestate tappati le orecchie - le ore di luce inizieranno gradualmente a diminuire, fino a restringersi al minimo nel solstizio d’inverno, il giorno, appunto, più breve dell’anno.
Ma non è solo una questione di correttezza scientifica. La prospettiva orientale mi piace tanto perché pone l’accento su qualcosa con cui noi Occidentali facciamo un po’ fatica: l’idea che non ci sia davvero qualcosa che comincia e finisce, ma che tutto, continuamente, si trasformi. Lentamente. Che tutto piano piano scivoli via e scorra, fino a capovolgersi nel suo contrario, che, però, è già presente in lui.
Ti faccio un esempio per renderlo meno astratto. Pensa al classico simbolo del Tao: un bianco e nero che si rincorrono, continuamente, e che fluiscono l’uno nell’altro e che già contengono e comprendono l’un l’altro. E ora porta questo simbolo e sovrapponilo all’idea del tempo. E della tua salute. Processi entrambi non lineari, ma ciclici e continui: che non procedono con passo militaresco spediti verso un obiettivo, ma che, continuamente e lentamente, si muovono di moto perenne, millimetrico, ciclico.
Questa visione del mondo informa di sé le stagioni e, con loro, la nostra salute e il nostro equilibrio corpomente che non possono non esserne influenzati: tutto in noi cambia con lentezza. «Si cambia con lentezza […]. Non ci si accorge mai in quale momento la primavera diventa estate: una mattina ci alziamo e fa caldo; l’estate è giunta mentre dormivamo» scriveva appunto Oriana Fallaci.
E, in questo “cambiare con lentezza”, già domani conterrà un pezzettino di stagione successiva e quindi sarà già il tempo di preparare il nostro corpo all’arrivo di quello che verrà, un po’ come quando il contadino sa che deve arare il terreno per poi poter seminare e ancora accogliere quando sarà il tempo opportuno.
Noi invece abbiamo una prospettiva spesso opposta sulla salute: arriva l’estate, (“comincia oggi!” cit.) e buuuum, ci ritroviamo all’improvviso a fare i conti con una serie sintomi (il calore in eccesso dentro il corpo, la spossatezza, l’insonnia, le allergie cutanee che peggiorano ecc ecc) con cui non sappiamo da dove cominciare. La prospettiva orientale, invece, in questo suo graduale procedere in armonia con le stagioni, prepara il corpo durante tutta la stagione precedente. Ma mentre scrivo mi accorgo che sono concetti enormi - cosa possiamo fare in questa stagione per prenderci cura di noi e non patire nella prossima - che rischiano di portarci lontano dal focus di oggi. Magari ci torneremo in una delle prossime puntate.
Ora torniamo al solstizio. E al perché, mentre sudo, ti racconto queste cose. Perché Terracielo oggi saltella tra sole e stelle, portandoti a spasso tra Oriente e Occidente?
Per due motivi. Il primo è invitarti a fermarti un attimo, oggi, proprio come “farà il sole”, per sentire la connessione profonda con quella natura che ci sembra sempre essere qualcosa fuori di noi e invece è esattamente quello che costituisce anche noi. Alba e tramonto non saranno mai così tanto vicini: prova a sentirlo nel tuo corpo e nelle tue emozioni. E prova a fare lo stesso con i tuoi opposti, con le parti che dentro di te faticano a fare amicizia.
Il secondo è invitarti a scoprire il potere dei piccoli rituali, dall’enorme impatto sul nostro benessere. Perché, se hai letto la scorsa puntata, sai quanto il benessere per me abbia sempre una prospettiva collettiva, comunitaria, mai individuale o solipsistica, come invece troppo spesso brand, trend e guru del wellness sui social ci fanno credere.
E quindi: benvenuto solstizio e benvenuti rituali che lo celebrano, anche se, certo, il sole non si ferma davvero e l’estate non comincia oggi.
Benvenuto insomma pensiero magico, benvenuto invisibile.
Il potere dei rituali per il benessere:
Alcuni dei rituali […] vengono praticati da migliaia di anni, di generazione in generazione. Sebbene ciò non significhi automaticamente che debbano essere presi alla lettera, indica comunque che vanno presi sul serio. In altre parole, faremmo meglio a non scartare in maniera affrettata la possibilità che abbiano qualcosa di importante da dare ai milioni di persone che vi si dedicano. Oggi disponiamo infatti di prove che dimostrano come molte di queste pratiche […] siano in grado di recare sollievo, sostegno, resilienza e guarigione
scrive Dimitri Xygalatas in Ritual, un librone di oltre 300 pagine che mi ha incantata. Mi alzavo al mattino con la voglia di tornare a letto per incontrarlo ancora. In inglese ha un sottotitolo più potente della sua traduzione italiana: How Seemingly Senseless Acts Make Life Worth Living (Come atti apparentemente insensati rendono la vita degna di essere vissuta). I rituali, sostiene l’antropologo, ci accompagnano dalla nascita alla morte, in tutte le culture e a tutte le latitudini: non c’è cultura che non ne abbia.
Dalle feste di compleanno alle incoronazioni, dai riti religiosi a quelli pagani, dal toccare ferro al recitare preghiere, dai festeggiamenti per Capodanno alle cerimonie di insediamento dei nuovi presidenti, il rito permea ogni aspetto significativo della nostra esistenza pubblica e privata. E indipendentemente dal fatto che si svolga in un contesto religioso o laico, è una delle più singolari tra le attività umane, profondamente carica di significati e importanza.
La necessità del rito è un bisogno primordiale. Esistono da millenni e ci affascinano perché - sostiene l’antropologo - funzionano da supercollante. Tengono insieme la comunità e i pezzi dell’individuo, che si sente meno solo e meno chiuso in se stesso.
I benefici dei rituali sulla salute e sul benessere, un po’ come nel caso del Roseto Effect, sono concreti e misurabili, anche se i rituali sono fatti, per loro natura, di simboli, ovvero di ciò che concreto e misurabile non è per definizione:
Il fatto che un rito non abbia un impatto diretto sul mondo fisico non implica che non ne abbia per niente. Un consistente corpus di ricerche dimostra come i rituali possano avere un impatto sulla salute e il benessere in modi impercettibili ma importanti, e che questi impatti si possono studiare, capire e misurare.
[Non a caso] le aree della vita che comportano molto stress e ansia tendono a essere ritualizzate e contornate da superstizioni.
[…] Nel mio laboratorio all’Università del Connecticut io e i miei colleghi abbiamo analizzato un gruppo di studenti durante gli esami di metà semestre, uno dei periodi più stressanti dell’anno. Oltre a intervistarli, abbiamo raccolto campioni di capelli e saliva, che abbiamo utilizzato per misurare i livelli di cortisolo, un ormone associato allo stress. Il cortisolo nella saliva si modifica nel giro di pochi minuti, quindi si può utilizzare per misurare solo lo stress legato a un’attività specifica. Tracce dello stesso ormone si accumulano però anche nei capelli, e vi si può ricorrere per monitorare l’ansia a lungo termine. Abbiamo scoperto che gli studenti che avevano preso parte a un maggior numero di rituali, [a parità di stress], registravano un’ansia minore in tutti i parametri [a breve e lungo termine].
E quindi?
Tirando le somme: gli studi ci dicono che sentirsi parte di qualcosa di più ampio, cercare confini noti dentro un’avventura ignota, sentirsi sicuri dentro gesti ripetuti, magari da millenni, affidarsi a un potere invisibile - durante un rituale per la buona riuscita di un esame o, come per il solstizio, per propiziarsi il raccolto - ha effetti concreti sul nostro benessere, individuale e di comunità.
Dunque: che tu decida di raccogliere i fiori per l’Acqua di San Giovanni, di andare in spiaggia a raccogliere un sasso, che esprima un desiderio mordendo il primo frutto di stagione, che tu decida di fare una passeggiata più lunga tornando a casa attraversando un parco per cercare una connessione con la natura urbana, o che stanotte (il solstizio è oggi, giovedì 20 giugno 2024 alle 22.51) tu decida di guardare per un attimo il cielo, magari con i tuoi bambini come io farò con mio figlio, ti auguro di goderti per un attimo il respiro profondo della natura che celebra se stessa. Celebriamola, celebriamoci. Sempre. Non solo quando gli altri o un calendario ci dice di farlo. L’inizio è già iniziato.
Grazie per essere stata con Terracielo anche questa settimana. Buon solstizio e buona estate. L’inizio è già iniziato. Il gran caldo anche. A giovedì prossimo!
Link utili:
Se vuoi fare l’acqua di San Giovanni: lo spieghino definitivo, con la consulenza della naturopata Francesca Maffeo di Cosmo
Una recensione del libro(ne) di Dimitri Xygalatas RITUAL (Feltrinelli) che ti consiglio se vuoi approfondire
The surprising power of daily rituals: how rituals help us to deal with uncertainty and stress. Un link della BBC sui benefici dei rituali per la salute e la collettività
C’è tantissimo lavoro dietro ogni puntata di questa newsletter: se ti va, qui puoi offrirmi un cappuccino (d’avena). Va bene anche un Supradyn in tazza grande, grazie.
Affascinata dal tuo sguardo sulle cose amica, uno dei miei riti preferiti è ascoltarti ogni giovedì ❤️
Ho riscoperto il potere dei rituali da poco, legandoli alla spiritualità. Ho abbandonato quelli che mi hanno insegnato da bambina, cattolici, per molto tempo non ne ho avuti più e poi ho deciso che era il momento di scegliermi da sola la mia spiritualità e i miei riti. Grazie per queste bellissime ispirazioni 🤍