Cerchiamo di asciugarle in fretta. Di coprire gli occhi gonfi dietro gli occhiali da sole. Eppure le lacrime sono una delle più belle forme di espressione corporea. Piangiamo perché siamo vivi.
Da madre di un figlio maschio e di una figlia femmina vedo bene la differenza con la quale è affrontato il loro pianto al di fuori delle mura domestiche. Un giorno mio figlio mi ha detto, dopo l'ennesimo pianto a scuola, "Ma qual è il problema se piango?". Mi ha fatto capire che è più un problema degli altri nei confronti delle nostre emozioni piuttosto che il nostro
Grande emotiva qui, figlia di un padre che ho visto piangere più volte e mi è sempre sembrata una cosa meravigliosa. Mi impegnerò con tutta me stessa per lasciar coltivare liberamente il pianto alla mia bambina e al mio bimbo. Grazie per le tue parole che leggo sempre tutte d'un fiato amica lontana!
che cosa bella e rara, Vale! Specie per noi bambine degli anni 80, con padri molto meno in contatto delle loro emozioni di quanto non lo siano i padri dei nostri figli. Una carezza a Galileo e Olimpia, che piangeranno come tutti i bimbi ma che vedo sempre giocosi e sorridenti nelle tue storie e mi mettono sempre di buonumore. E, come si dice, la felicità porta fortuna! Spero che il progetto umbro riprenda presto
Mi permetto solo di commentare che non è che i nostri padri non fossero/siano in contatto con le loro emozioni. È risaputo invece, soprattutto dai figli maschi, che i padri piangono eccome ma lo nascondono. Non perché se ne vergognino o per paura di apparire meno uomini, ma per un istintivo senso di protezione nei confronti della propria famiglia: un padre che piange di fronte ai propri figli può perdere quella figura di colonna portante e robusta che fornisce loro sostentamento e protezione. C'entra la cultura del patriarcato e tutto quello che ne consegue? Assolutamente sì, ma per quanto non sia una bella cosa - e possiamo cambiarla - non è neanche da condannare tout court. Ricordiamoci sempre che certi comportamenti maschili sono più istintivi che culturali, e si portano dietro centinaia di migliaia di anni di evoluzione nel DNA (abbiamo vissuto più tempo nelle caverne ad allontanare i predatori, che al sicuro nelle nostre città). Per cui dico solo: sì educare al cambiamento, ma facciamolo sempre in considerazione di chi siamo stati e perché, senza giudicare.
Grazie per questa newsletter, io sono arrivata a piangere per la pubblicità dei pan di stelle quindi ti capisco molto bene! Ora mando a mio marito la parte sullo studio che dimostra che la capacità di piangere durante i film in realtà richiede una forza emotiva davvero straordinaria!
Cara Nina: orgogliosamente emotiva, ho ben presente quanto essere stata una donna che non nascondeva questo lato della sua umanità sia stato un ostacolo anche alla carriera, quando lavoravo come dipendente. Grazie per questa bella newsletter
grazie Paola, credimi: Substack mi ha avvisata che la nl era già troppo lunga, ma la 6a domanda era: tu piangi sul luogo di lavoro? Ci sono incredibili studi - e riflessioni da fare - sul fatto che sia il più grande dei tabù. Ti abbraccio (ho seguito i tuoi workshop con Cosmico, sei una bomba!)
In questa casa si piange tantissimo, ma sicuramente il premio lo vinco io: piango per la qualunque è un questo periodo piango tantissimo guardando Bluey. Grazie Nina, per questa puntata piena di lacrime e cose interessanti 🥹
Alice, mi consoli! Ieri ho pianto anche io con un episodio di Bluey 🥹 Mi sono sentita irrecuperabile, ora mi sento sempre irrecuperabile ma almeno non sola :P
Ah, non lo sei per niente Nina! Sono molto curiosa di sapere quale puntata ti ha fatto piangere: io ne ho un elenco lunghissimo. E potrei aver scritto una nl dedicata proprio a Bluey, questo mese. Ehm🫣
Ho qualche dubbio sulla tesi che gli elefanti - per esempio - non manifestino il proprio dolore consapevolmente, ma solo come reazione fisica. A parte questo, adoro 🐘🩶🤍
ciao Celia, forse non mi sono spiegata bene! Provo a chiarire: certo che provano e manifestano il dolore. Hai letto gli ultimi studi su quanto siano coscienti e consapevoli i polpi, per esempio, o le mucche che capiscono che stanno per essere portate al macello? Ci sono studi incredibili sui livelli di cortisolo (ormone dello stress) intrappolati nei corpi delle mucche. Qui il punto è un altro: secondo gli etologi, stando a quello che ho letto, provano dolore ma lo manifestano in altri modi, le loro lacrime non sono emotive ma (come per le tartarughe, per esempio, che piangono lacrime salatissime, per buttare fuori l'eccesso di sodio dal corpo) sono solo un rilascio somatico, fisico, a una condizione di stress. In altre parole: piangono, sì, ma non di dolore, che senz'altro provano ma manifestano invece in altri modi. Le lacrime emotive sarebbero (condizionale d'obbligo, perché nemmeno la scienza è tutta da una sola parte) una prerogativa umana. Ad ogni modo, persino questa tesi dimostra che piangere è fisiologico: quindi, via lo stigma!
Grazie del chiarimento, dal testo avevo inteso che questa differenziazione interessasse solo alcuni animali, e guarda caso proprio alcuni tra i più intelligenti. Mi suonava pretestuosa, infatti... stigmatizzante 🚫 Non gli studi direttamente, ma libri divulgativi: Safina per gli elefanti, Godfrey-Smith per i cefalopodi ❤️
Da madre di un figlio maschio e di una figlia femmina vedo bene la differenza con la quale è affrontato il loro pianto al di fuori delle mura domestiche. Un giorno mio figlio mi ha detto, dopo l'ennesimo pianto a scuola, "Ma qual è il problema se piango?". Mi ha fatto capire che è più un problema degli altri nei confronti delle nostre emozioni piuttosto che il nostro
e ha ragione, infatti: qual è il problema se piange, se piangiamo? Bella domanda, enorme come tutte quelle che ci pongono i bambini.
Grande emotiva qui, figlia di un padre che ho visto piangere più volte e mi è sempre sembrata una cosa meravigliosa. Mi impegnerò con tutta me stessa per lasciar coltivare liberamente il pianto alla mia bambina e al mio bimbo. Grazie per le tue parole che leggo sempre tutte d'un fiato amica lontana!
che cosa bella e rara, Vale! Specie per noi bambine degli anni 80, con padri molto meno in contatto delle loro emozioni di quanto non lo siano i padri dei nostri figli. Una carezza a Galileo e Olimpia, che piangeranno come tutti i bimbi ma che vedo sempre giocosi e sorridenti nelle tue storie e mi mettono sempre di buonumore. E, come si dice, la felicità porta fortuna! Spero che il progetto umbro riprenda presto
Mi permetto solo di commentare che non è che i nostri padri non fossero/siano in contatto con le loro emozioni. È risaputo invece, soprattutto dai figli maschi, che i padri piangono eccome ma lo nascondono. Non perché se ne vergognino o per paura di apparire meno uomini, ma per un istintivo senso di protezione nei confronti della propria famiglia: un padre che piange di fronte ai propri figli può perdere quella figura di colonna portante e robusta che fornisce loro sostentamento e protezione. C'entra la cultura del patriarcato e tutto quello che ne consegue? Assolutamente sì, ma per quanto non sia una bella cosa - e possiamo cambiarla - non è neanche da condannare tout court. Ricordiamoci sempre che certi comportamenti maschili sono più istintivi che culturali, e si portano dietro centinaia di migliaia di anni di evoluzione nel DNA (abbiamo vissuto più tempo nelle caverne ad allontanare i predatori, che al sicuro nelle nostre città). Per cui dico solo: sì educare al cambiamento, ma facciamolo sempre in considerazione di chi siamo stati e perché, senza giudicare.
Grazie per questa newsletter, io sono arrivata a piangere per la pubblicità dei pan di stelle quindi ti capisco molto bene! Ora mando a mio marito la parte sullo studio che dimostra che la capacità di piangere durante i film in realtà richiede una forza emotiva davvero straordinaria!
ahahah, mi fai sentire meno sola! <3 E sì, quel pezzetto l'ho messo apposta, la rivincita di noi FilmPiangeroni fan club
Cara Nina: orgogliosamente emotiva, ho ben presente quanto essere stata una donna che non nascondeva questo lato della sua umanità sia stato un ostacolo anche alla carriera, quando lavoravo come dipendente. Grazie per questa bella newsletter
grazie Paola, credimi: Substack mi ha avvisata che la nl era già troppo lunga, ma la 6a domanda era: tu piangi sul luogo di lavoro? Ci sono incredibili studi - e riflessioni da fare - sul fatto che sia il più grande dei tabù. Ti abbraccio (ho seguito i tuoi workshop con Cosmico, sei una bomba!)
Vuol dire che questa Nl richiede una seconda parte 😀
uuuuh, grazie!
Ricambio l'abbraccio.
Io adoravo che la mia ragazza piangesse coi film, così potevo abbracciarla e consolarla!
Anche perché poi è toccato a lei farlo quando inaspettatamente sono scoppiato con il finale di Your Lie in April 😄
VABBè ma io ti amo! <3
In questa casa si piange tantissimo, ma sicuramente il premio lo vinco io: piango per la qualunque è un questo periodo piango tantissimo guardando Bluey. Grazie Nina, per questa puntata piena di lacrime e cose interessanti 🥹
Alice, mi consoli! Ieri ho pianto anche io con un episodio di Bluey 🥹 Mi sono sentita irrecuperabile, ora mi sento sempre irrecuperabile ma almeno non sola :P
Ah, non lo sei per niente Nina! Sono molto curiosa di sapere quale puntata ti ha fatto piangere: io ne ho un elenco lunghissimo. E potrei aver scritto una nl dedicata proprio a Bluey, questo mese. Ehm🫣
Questo numero di Terracielo mi ha toccata in modo particolare… preziosa e non scontata questa riflessione sulle lacrime.
Firmato “lacrima facile” 🩵
d'ora in poi, quando piangi, .. pensa che probabilmente lo sto facendo anche io :P (e sentiamoci!) <3
Con molto piacere 🩷
Ho qualche dubbio sulla tesi che gli elefanti - per esempio - non manifestino il proprio dolore consapevolmente, ma solo come reazione fisica. A parte questo, adoro 🐘🩶🤍
ciao Celia, forse non mi sono spiegata bene! Provo a chiarire: certo che provano e manifestano il dolore. Hai letto gli ultimi studi su quanto siano coscienti e consapevoli i polpi, per esempio, o le mucche che capiscono che stanno per essere portate al macello? Ci sono studi incredibili sui livelli di cortisolo (ormone dello stress) intrappolati nei corpi delle mucche. Qui il punto è un altro: secondo gli etologi, stando a quello che ho letto, provano dolore ma lo manifestano in altri modi, le loro lacrime non sono emotive ma (come per le tartarughe, per esempio, che piangono lacrime salatissime, per buttare fuori l'eccesso di sodio dal corpo) sono solo un rilascio somatico, fisico, a una condizione di stress. In altre parole: piangono, sì, ma non di dolore, che senz'altro provano ma manifestano invece in altri modi. Le lacrime emotive sarebbero (condizionale d'obbligo, perché nemmeno la scienza è tutta da una sola parte) una prerogativa umana. Ad ogni modo, persino questa tesi dimostra che piangere è fisiologico: quindi, via lo stigma!
Grazie del chiarimento, dal testo avevo inteso che questa differenziazione interessasse solo alcuni animali, e guarda caso proprio alcuni tra i più intelligenti. Mi suonava pretestuosa, infatti... stigmatizzante 🚫 Non gli studi direttamente, ma libri divulgativi: Safina per gli elefanti, Godfrey-Smith per i cefalopodi ❤️
Grazie per avermi fatto commuovere anche questa volta 💘
zoe (and you guys) always on my mind <3